Dolomites_UNESCO_Forum_III_30_09_2019_Credits_Wisthaler

Sesto, 1° ottobre 2019 – Una discussione impegnata e critica sul patrimonio mondiale dell’Unesco era l’obiettivo del Dolomites UNESCO Forum III svoltosi lunedì a Sesto. Un compito prontamente svolto dai numerosi esperti e relatori al centro congressi in Val Pusteria. Tutti gli interventi sono stati accomunati dallo stesso messaggio: un forte coinvolgimento di tutti gli attori e in particolare della popolazione locale nei processi decisionali.

Il programma del Dolomites UNESCO Forum III al centro congressi di Sesto Pusteria ha sollevato numerose domande scottanti: cosa rappresenta il patrimonio mondiale delle Dolomiti UNESCO? Come viene vissuto da chi ci abita? Che cosa apprezzano gli abitanti della loro vita in mezzo alle Dolomiti, quali sono invece i punti critici e che cosa vorrebbero evitare? E soprattutto: in che misura è auspicabile lo sviluppo del turismo come avvenuto finora e come dovrebbe essere sviluppato in futuro?

A questi e altri problemi gli illustri esperti hanno dovuto trovare delle risposte e presentare delle soluzioni pratiche: un compito assolto in modo brillante. “È necessario un nuovo senso di responsabilità per il patrimonio mondiale. Gli esempi internazionali presentati al convegno hanno mostrato che i parchi naturali in primo luogo possono giocare un ruolo ancora più importante nel rafforzare l’idea dell’UNESCO nella popolazione. Ne sono i mediatori ideali”, ha evidenziato Harald Pechlaner, direttore del Center for Advanced Studies di Eurac Research. “Le Dolomiti sono caricate di identità locali e marchi molto forti. Bisogna pensare in prospettiva e coinvolgere anche l’aspetto globale”, ha sottolineato Pechlaner, mettendo in rilevanza l’importanza del lavoro con i giovani e dell’educazione per incoraggiare le persone a trattare il proprio ambiente con rispetto.

Marketing territoriale come presupposto per uno sviluppo sostenibile

„Dobbiamo concentrarci sul marketing territoriale invece che sul marketing turistico. In primo piano deve esserci non la qualità delle esperienze, ma la qualità di vita nelle aree dolomitiche. Il marketing territoriale è sempre il presupposto per uno sviluppo sostenibile, che sia uno sviluppo dell’area o del turismo”, ha rilevato Pechlaner.

Con l’essere un patrimonio UNESCO va di pari passo non soltanto un obbligo, ma anche una spontanea assunzione della responsabilità di proteggere il patrimonio dell’umanità e di usare dei sistemi di ricompense o delle contingentazioni per farlo. I confini amministrativi tra le Provincie dovrebbero essere superati: per farlo servirebbe coerenza nell’organizzazione e in tutti i processi decisionali e una base di valori comuni secondo Pechlaner.

Alle persone che ci vivono spetta un ruolo centrale

Minori consumi e marketing, un più forte adeguamento alle caratteristiche e alle tradizioni locali per rafforzare il patrimonio mondiale nell’area ha richiesto Maria Hochgruber Kuenzer, Assessora provinciale all’Urbanistica e alla tutela del paesaggio.

Il maggiore coinvolgimento di tutti gli attori e soprattutto della popolazione locale in tutti i processi decisionali è stato il nocciolo di tutti gli interventi al Dolomites UNESCO Forum. „Sul piano amministrativo possono essere posti degli obiettivi. Osservare se saranno realizzati è una cosa che può fare in primo luogo chi ci vive ed è in contatto quotidiano con le Dolomiti”, ha sottolineato il relatore principale della giornata, Takamitsu Jimura, docente di Turismo alla John Moores University di Liverpool.

Kelly Bricker della University of Utah, che si occupa soprattutto dell’uso del parco nazionale di Yellowstone come destinazione ricreativa, ha evidenziato come soltanto con una base significativa di dati e un monitoraggio costante a disposizione si possano attuare delle misure efficaci per gestire le visite. Il ruolo di apripista che l’Alto Adige ha assunto in questo settore è stato sottolineato da Anna Scuttari, Senior Researcher al Center for Advanced Studies di Eurac Research. Come altre 26 destinazioni internazionali, di cui 5 europee, l’Alto Adige ha istituito un Osservatorio per il turismo sostenibile appartenente alla rete INSTO delle Nazioni Unite.

Al convegno hanno preso parte anche Waltraud Watschinger, presidente dell’Associazione Turistica di Sesto, Christoph Rainer, presidente dell’associazione culturale Sextenkultur, Marcella Morandini, direttrice della  Fondazione Dolomiti UNESCO,  Maria Carmela Giarratano,  direttore generale, Direzione per la Protezione della natura e del mare, Ministero dell’Ambiente, il vice-presidente della Provincia di Trento Mario Tonina e Cesare Micheletti, consulente scientifico della Fondazione Dolomiti UNESCO. Degli esempi di best practice sono stati presentati da Roberto Cerrato (Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato) e Harald Marencic (Common Wadden Sea).

I Sextner Kamingespräche come “antipasto”

In direzione analoga si è mosso anche il dibattito ai “Sextner Kamingespräche 5”, che si sono svolti domenica, alla vigilia del Dolomites UNESCO Forum III.  Guidati da Harald Pechlaner hanno partecipato alla discussione Eske Nannen, Erika Stefani, Walter Hirche e il presidente della Provincia Arno Kompatscher.

Il Dolomites UNESCO Forum III è una delle numerose manifestazioni per celebrare un importante anniversario per Sesto: in luglio e agosto si sono festeggiati i 150 anni dalle prime ascensioni alla Punta dei Tre Scarperi e alla Cima Grande, entrambe compiute da Paul Grohmann, Franz Innerkofler e Peter Salcher. Queste imprese alpinistiche hanno dato una spinta decisiva al turismo alpino a Sesto e hanno contribuito a far conoscere a livello mondiale la piccola località nel cuore delle Dolomiti Patrimonio Mondiale UNESCO.

Foto: Harald Wisthaler

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